Silvia Brandino

Sofferenza Psicologica reattiva a malattie organiche


La malattia organica in qualsiasi forma si manifesti, acuta o cronica, lieve o grave, rappresenta sempre e comunque sul piano soggettivo l’interruzione più o meno significativa e determinante di un ciclo vitale e pertanto coinvolge la sfera psicologica.

La condizione di malato rende, inoltre, necessaria la capacità di adattamento: lo stato di dipendenza da altri con la conseguente perdita di autonomia ed in misura diversa dello status sociale, la separazione dalla famiglia a seguito di ricoveri ospedalieri, la necessità di adeguarsi ai ritmi istituzionali, ecc.

Questi sono gli aspetti più evidenti che vanno ad aggiungersi allo stato di ansia legato comunque all’idea della specifica malattia e dell’immaginario che ad essa si associa.

La reazione alla diagnosi e alla malattia, in certi casi, può deviare da quello che è il normale processo di adattamento al trauma o alla crisi. Così la percezione di avere una patologia, può favorire l’esacerbarsi di caratteristiche della personalità dell’individuo:

  • amplificando vissuti ansiosi o ipocondriaci
  • oppure favorendo lo slatentizzarsi di disagi psicologici antecedenti che si manifestano nella vita quotidiana sotto forma di attacchi di panico, insonnia, fobie, vere e proprie sindromi isteriche, quadri ossessivi ecc.

A questo sottofondo di disagio si aggiunge la risonanza emotiva suscitata dalla reazione a ciascuna specifica patologia. Pazienti importanti quali malati neurologici, i dializzati, i cardiopatici, pazienti affetti comunque da patologie croniche e fortemente limitanti, presentano situazioni complesse psicologicamente e cariche emotivamente. Tali condizioni non sempre sono consapevoli ed hanno un forte impatto sul sistema familiare, sulle capacità relazionali, sulla qualità di vita dei pazienti.

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