Kweku Sai muore, solo, nel giardino della sua casa in Ghana. I suoi figli apprenderanno la notizia dall’altra parte del mondo, in America. La sua Fola sarà più vicina di quanto possa immaginare.
Inizia così il romanzo di Taiye Selasi intitolato “La bellezza delle cose fragili”. Un libro che racconta la storia di una famiglia africana, partendo dal suo epilogo e colmando col racconto la distanza di “chilometri, oceani e fusi orari (e altri tipi di distanze più difficili da coprire, come il cuore spezzato, la rabbia, il dolore calcificato e domande che per troppo tempo nessuno ha fatto)”.
E’ la storia di Kweku e di Fola, scappati rispettivamente dal Ghana e dalla Nigeria alla ricerca di una vita migliore. E’ la storia di un uomo e di una donna, del loro amore, della loro unione e della loro separazione. Ma è anche la storia di Olu, il figlio maggiore, che ha seguito le orme del padre diventando medico. Olu che, per “sentirsi sicuro” ed essere al riparo da ogni tipo di incertezza, vive seguendo un sistema di regole e di valori rigidi fatti di doveri, di morale, di relazioni che non devono essere definite, in modo che, non essendo mai nate, non possano mai terminare.
E’ la storia dei gemelli, Taiwo e Kehinde, legati da un legame indissolubile ma che necessitano, al contempo, di allontanarsi per non annullarsi a vicenda.
Ed è la storia, ancora, di Sadie, la figlia minore: bulimica, vittima del suo costante sentimento di inadeguatezza e senso di vuoto.
Con una prosa ricca, che a tratti concentra e a tratti dilata il tempo del racconto, la scrittrice delinea squilibri e tensioni emotive non commettendo mai l’errore di dare per scontato le conseguenze di un evento.
Perché leggerlo. “La bellezza delle cose fragili” è un libro che con grande maestria sottolinea l’unicità dell’esperienza soggettiva. Entra nelle pieghe più recondite di ogni personaggio per svelare il suo modo unico di emozionarsi e, di conseguenza, di costruire attivamente il suo racconto di vita.
E’ un libro che coinvolge, che emoziona e che supera il cliché del trauma familiare per dare il giusto spazio e valore al sentire di ogni personalità che anima il racconto. E’ un romanzo che spiega come lo stesso evento doloroso, si declini in maniera completamente diversa nella storia di ogni protagonista perché differenti ed unici sono i loro modi di sentire.