CASTELLI DI RABBIA di Alessandro Baricco. Un libro che invita all’introspezione

CASTELLI DI RABBIA di Alessandro Baricco. Un libro che invita all’introspezione

Castelli di Rabbia è un libro di Alessandro Baricco, pubblicato per la prima volta nel 1991.
E’ una storia dall’ambientazione fantastica. A Quinnipak c’è una locomotiva di nome Elizabeth, la locomotiva del signor Rail. A Quinnipak si suona l’umanofono, lo strumento del signor Pekish. Quinnipak è un luogo dove chi vive o chi ci arriva ha una storia scritta addosso. A Quinnipak ogni personaggio ha un sogno da realizzare, per cui vale la pena vivere e morire.
Baricco, con questo libro, porta il lettore in un mondo irreale. Le vicissitudini dei personaggi, che all’inizio possono sembrare assurde, vengono poi inserite nella trama del racconto per trovare un loro significato. I discorsi apparentemente astratti hanno, in realtà, una loro logica che condurrà il lettore, quasi senza accorgersene, ad un’approfondita analisi interiore.
Ed è proprio questo il motivo per cui questo libro viene consigliato. L’autore spinge il lettore a riflettere sulle emozioni e a cercare i propri sogni, convinto che solo lì possiamo trovare noi stessi. Questo è il tema che accompagna tutta la lettura del libro. A volte con passi dolcissimi, altre volte con toni più duri, i personaggi di Quinnipak ci chiedono di emozionarci, di guardarci dentro, di sognare e, infine, di scegliere.
Ne è un esempio Pekisch, un personaggio che in quanto a consapevolezza di sé e profondità d’animo ha molto da insegnarci. Pekisch suona l’umanofono, uno strumento musicale di sua invenzione, simile ad un organo. La particolarità dell’umanofono è che al posto delle canne ci sono delle persone. Ognuna di queste persone può suonare solo una nota, la sua unica e personale nota. E questo è quello che Pekisch ripeteva sempre a loro:
“Voi non venite qui a cantare una nota qualunque. Voi venite qui a cantare la vostra nota. Non è una cosa da niente: è una cosa bellissima. Avere una nota, dico, una nota tutta per sé. Riconoscerla e portarsela dietro, dentro, addosso….lei respira quando voi respirate, vi aspetta quando dormite, vi segue ovunque andiate e giuro non vi mollerà…Statemi a sentire, anche se la vita fa un rumore d’inferno affilatevi le orecchie fino a quando arriverete a sentirla e allora tenetela stretta…portatela con voi, ripetetevela quando lavorate, cantatevela nella testa, lasciate che suoni nelle orecchie, e sotto la lingua e nella punta delle dita”.

Buona lettura e buona ricerca della vostra nota…

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